Tribunale di Trapani, aula Giovanni Falcone, durante un'udienza del processo a Mauro Rostagno - Foto di © Daniele Passanante, per gentile concessione
Tribunale di Trapani, aula Giovanni Falcone, i giudici del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno – © Daniele Passanante, per gentile concessione

Le toghe incrociano le braccia

– Intervista a Silvia Caravà, dello studio “Assistenza Legale” di Parma – 

Da “L’Indro” del 9 luglio 2013 – A partire dalla giornata di ieri gli avvocati incroceranno le braccia fino al 16 luglio: lo sciopero che stanno intraprendendo le toghe è quello dell’astensione dalle udienze.
Tutto questo in merito ai dispositivi in materia di giustizia civile contenuti nel DL, cosiddetto Decreto del Fare .
Anche il network “AL – Assistenza Legale per Tutti” ha deciso di incrociare le braccia, accogliendo, quindi, l’istanza di sciopero dell’Oua (Organismo Unitario Avvocatura Italiana, nda) che mantiene fermo lo stesso pilastro che è il cardine del network di cui l’avvocatessa Silvia Caravà e il fondatore Cristiano Cominotto, raggiunti entrambi da ‘L’Indro’, si fanno portavoce.
Non si sa bene quanti del network Assistenza Legale abbiano aderito allo sciopero dal momento che, come confermato dal fondatore di Assistenza Legale per tutti Cristiano Cominotto«Non abbiamo dato un’indicazione unitaria: lasciamo liberi gli studi (del network nda) di decidere come ritengono. Io, personalmente, parteciperò dal momento che prima di tutti gli altri ho scritto un editoriale sul ‘Corriere della Sera’, in cui mi esponevo affermando la validità della mediazione ma a patto che essa fosse gratuita. Il principio della mediazione è che tu non puoi mettere a carico dei cittadini il costo per un qualcosa che è obbligatorio. Al di là di tutte le misure previste nel DL, la più scandalosa è proprio questa: giusta o sbagliata che sia, la mediazione deve poter essere gratuita»
Anche perché «Non lo dico per fare un discorso popolare, ma è un discorso da avvocato: per i cittadini, fare causa, è diventato impossibile a causa delle tasse che essa implica. Ora, alle tasse – che sono elevatissime – che si vada ad aggiungere anche il costo della mediazione significa non mettere in condizione i cittadini di far valere i propri diritti poiché costa troppo farli valere» e quindi fare causa a chicchessìa.
«I cittadini sono strozzati dai costi e dalle tasse: il 90% dei cittadini, soprattutto per i costi che essa comporta, rinuncia a fare causa e a far valere i propri diritti. A che servono i costi della mediazione? A me sembra, francamente, eccessivo»
Di seguito, l’intervista all’avv. Silvia Caravà, dello studio “Assistenza Legale” di Parma, raggiunta da ‘L’Indro’.

Quali sono le ragioni dell’astensione dalle udienze?

Sicuramente ci sono diversi punti nel cosiddetto decreto del fare che non trovano la nostra condivisione, in particolare i punti che hanno in oggetto la reintroduzione dell’obbligatorietà della mediazione e che, anche dal punto di vista economico, sia stata prevista l’obbligatorietà della retribuzione anche quando il risultato della mediazione fosse negativo.
Col decreto del fare le materie con l’obbligo della mediazione sarebbero, praticamente, tutte e alcune delle quali, a mio parere, non possono essere risolte con una media conciliazione.
Le faccio un esempio: la colpa medica.
Abbiamo tantissime vertenze in materia di colpa medica che ad oggi sono tutte rimesse al giudicato di un organismo superiore ed imparziale. Con la media conciliazione verrebbero rimesse alla discrezionalità dei privati, per altro soggette ad un onere abbastanza alto perché è sotto posto a tariffario, e non è detto che tali mediazioni possano avere esito positivo.
L’altra cosa che non ci trova concordi è il fatto che sia stata prevista la mancata obbligatorietà dell’assistenza dell’avvocato durante l’operazione di mediazione: l’avvocato deve solo sottoscrivere il procedimento avvenuto ma non c’è l’obbligo di assistenza.
Di conseguenza, anche qui, non si tutela il diritto di tutela legale: c’è una lesione di tale diritto in materie abbastanza complesse come, appunto, la colpa medica e le divisioni ereditarie.
Sono materie molto tecniche che, se non trovano l’assistenza dell’avvocato anche nella fase di mediazione, rischiano di non poter garantire, al ricorrente e al convenuto della media conciliazione, la tutela dei propri diritti; sono tanti i punti che noi riteniamo siano stati violati e, personalmente, anche io aderirò allo sciopero di astensione dalle udienze.

Il 3 luglio l’Oua ha disertato un incontro con il Ministro Cancellieri che in un fuori onda ripreso da SkyTg24 si era lasciato scappare un «vado così ce li leviamo dai piedi» e, successivamente, in un incontro con Confindustra aveva dichiarato che l’avvocatura era tra le lobby che non voleva la riforma dell’Università pubblica. Quindi Guido Alpa (presidente del consiglio nazionale forense) ha dichiarato di essere “umiliati e offesi”. Se non fossero andate così le cose, quali situazioni di incontro vi sareste aspettati?

9 luglio 2013 – Innanzitutto che si potesse intavolare un discorso sereno per trovare un accordo su quelle che sono le loro posizioni (del governo nda) e le nostre proprio sulla base di quello che dicevo prima: cercare di sviscerare punto per punto gli aspetti di questa normativa che, secondo noi, non è a tutela del cittadino.
Non tanto a difesa della nostra lobby, come la definiscono, ma a difesa di un interesse del cittadino e di chi ha interesse a tutelare i propri diritti che con queste disposizioni non ha possibilità di fare.

Ma, quindi, gli avvocati sono una lobby? Come si pone lei, che fa parte del network “Assistenza Legale”, nei confronti di questa affermazione?

Contrariamente a quello che si dice, e cioè che siamo una lobby e che stiamo scioperando per difendere nostri interessi che non si vedrebbero rispecchiati nella normativa del Decreto del Fare, non è così: la nostra protesta non è dettata dal tutelare noi ma dal tutelare i diritti dei nostri clienti e quindi dei cittadini che non vedono, almeno secondo me, tutelati i loro diritti.
Non sono solo io che lo dico: la Commissione Europea, con un’ordinanza del 29 ottobre 2011, aveva ritenuto la nostra mediazione, così come impostata, non in linea con le direttive europee sia per l’onerosità del procedimento – se mediazione deve essere, almeno, che sia gratuita! – , sia anche riguardo la sua obbligatorietà.
Pertanto questi due principi erano stati considerati non legittimi dalla Commissione Europea stessa ed ora, che sono stati riproposti esattamente come prima dal Governo, riteniamo che siano lesivi dei diritti dei cittadini.

Quali sono le contro proposte degli avvocati alle disposizioni al DL cosiddetto ‘del fare’ ?

La prima cosa è, come detto prima, riguardo la mediazione: eliminarne l’obbligatorietà o, comunque, prevederne la totale gratuità almeno quando essa abbia esito negativo. E’ assurdo, appunto, pagare se non ottengo un risultato.
Inoltre si deve limitare la mediazione alle sole materie che rientrano nella competenza dei Tribunali delle Imprese, eslcudendo da essa tutte quelle che sono le più delicate : responsabilità medica, contratti bancari, divisioni ereditarie, in sintesi: per tutte le controversie con valore superiore ai 25mila Euro (come riporta l’Oua) e dunque le controversie più complesse le lasciamo fare non sottoponendole a mediazione.
Altra cosa è riguardo l’assistenza: bisogna prevedere, a garanzia del cliente, un’assistenza tecnica obbligatoria di un avvocato in un procedimento, non solo, quindi, il bisogno dell’apposizione della firma dell’avvocato alla conclusione di esso.
D’accordo la firma, ma chi mi dice che l’avvocato non sia stato presente e partecipe a tutte le operazioni di mediazione?
Quindi, se garanzia deve essere data deve essere dall’inizio alla fine: in sostanza, l’avvocato insieme al cliente dal principio alla conclusione della mediazione.
Infine chiediamo l’abolizione delle tariffe fisse per gli organismi di mediazione, ché sono spuntati come funghi.

Intervista pubblicata su “L’Indro

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